La resilienza è la capacità di un individuo di far fronte in maniera positiva a un evento traumatico o un periodo di difficoltà.
È quello di cui abbiamo bisogno ora.
Perché?
Il primo settembre abbiamo iniziato una challenge: #100daysofwriting.
Avremmo scritto un articolo al giorno, minimo, per 100 giorni.
Così pubblicammo il post Scrivere | 001, in cui spiegammo a grandi linee la sfida.
Sapevamo bene che sarebbe stata difficile, e il discorso di J.F.K alimentò la nostra energia dandoci il boost di cui avevamo bisogno.
Nei 5 giorni seguenti dialogammo con noi stessi: una fase di riscaldamento.
E poi?
La maratona iniziò.
Un articolo dopo l’altro iniziammo a sviscerare il tema del machine learning, della data analysis e a delineare la figura del data scientist.
Scrivemmo nei ritagli di tempo.
Al mattino presto.
Dopo mangiato la sera.
In un ospedale di notte.
La stanchezza…
…il nostro nemico più grande.
Alcuni articoli sono stati scritti male, articoli come questo, privi di apparente utilità, che rappresentano però i momenti più difficili del nostro percorso.
Ci spingono a continuare. Ecco perché voglio condividere con te una parola a me cara: resilienza.
Resilienza
Ometto di definirla nuovamente.
La resilienza è un concetto che deve essere presente nel nostro carattere.
Ci saranno sempre momenti difficili, momenti tough, in cui la speranza persiste come fievole lumino in una forte tempesta.
In questi momenti è necessario proteggerla, perché basta un minimo sforzo per tenerla viva.
La tempesta può spegnere un intero falò, spazzare via la legna e devastare l’accampamento.
Possiamo raccogliere nuova legna in ogni momento, ricostruire l’accampamento in ogni condizione, e scaldarci con un nuovo falò.
Quando la fiamma pilota muore, è tremendamente più complicato riaccenderla.
In queste condizioni dobbiamo mettere tutte le nostre forze per tenere viva la fiamma pilota, perché quando la pace arriverà sarà ora di accendere nuovamente il fuoco.
Un caldo abbraccio, Andrea.
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