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Randomized Response e Plausible Deniability | Differential Privacy


Autore
Andrea Provino
Data
Tempo di lettura
4 minuti
Categoria
AI, Privacy Preserving

noise-accuracy-tradeoff-differential-privacy-randomized-response-plausible-deniability

Randomized response e plausible deniability sono due tecniche statistiche con cui compiere indagini garantendo la privacy dei campioni analizzati.

Ormai è chiaro. Vogliamo diventare dei tuttologi.

Come no? Ah- Non era questo il copione?

Beh perdonami se in un mese abbiamo parlato di Trusting AI Fairness, Deep Neural Network Verification, introducendo solo dopo cosa fossero le Artificial Neural Network e gettandoci subito dopo sulle skills di una data scientist.

Come se non bastasse abbiamo confuso un po’ le acque presentando una libreria chiamata PySyft e siamo partiti in quarta con:

E ora estendiamo il discorso sulla privacy nelle analisi introducendo il Randomized Response e il Plausible Deniability

Randomized Response

Il nostro problema è: come possiamo ottenere risposte accurate a domande sensibili a cui gli intervistati potrebbero essere riluttanti nel rispondere onestamente?

Un metodo è quello di Randomized Response

Randomized Response è una tecnica usata nella scienza sociale per analizzare statisticamente una popolazione su comportamenti contestabili e controversi (i.e. taboo) garantendo la privacy degli intervistati

Randomized Response

Per cogliere l’estrema utilità di questa fantastica tecnica serviamoci di un esempio.

Sociologist case study: a privacy problem

Mettiamoci nei panni di un sociologo, anzi di una sociologa.

Parità dei sessi cari miei. :O

Il nostro compito è studiare la visione di video riguardanti coppie praticanti coito dietro compenso su piattaforme di streaming online.

Ora rileggi e dimmi che hai capito.

Passiamo oltre.

Selezioniamo una popolazione significativa di 100k persone e iniziamo a fare domande promettendo e assicurando il rispetto della privacy.

È lecito aspettarsi che alcuni individui mentano, trattandosi di una domanda dalle significative implicazioni etiche e morali.

Quindi come possiamo impedire che la distribuzione statistica sia distorta (skewed) a causa delle risposte disoneste?

Ecco il punto in cui questa fantastica tecnica risolve un insidioso problema.

Un certo livello di casualità può essere aggiunto al processo di raccolta affinché ogni campione sia protetto dalla cosiddetta negazione plausibile (plausible deniability).

Plausible Deniability

Il principio sembra intricato ma è semplice: occorre giusto un attimo di logica.

Prima di raccogliere la risposta dal campione, in quanto sociologi esperti in privacy chiediamo al nostro intervistato di lanciare una moneta, tenendo nascosto il lancio.

  • Qualora uscisse croce, chiediamo di rispondere sì
  • Qualora uscisse testa, chiediamo di rispondere onestamente

Questo sistema funziona se la domanda pone il campione in una situazione tale per cui rispondere affermativamente potrebbe comprometterlo in qualche modo, e per questo sarebbe indotto a mentire.

Siamo così in grado di attenuare l’effetto delle risposte disoneste sulla distribuzione finale.

Il punto è che il 50% delle volte abbiamo una risposta onesta, mentre l’altra metà è frutto del caso con una probabilità identica che sia vera o falsa: ecco la negazione plausibile.

Non possiamo dimostrare che l’intervistato abbia detto la verità o mentito su una risposta affermativa.

In questo modo chiunque è protetto da un livello naturale di local differential priavacy.

https://andreaprovino.it/local-global-differential-privacy/

Questa protezione offre a chiunque la libertà di rispondere onestamente conferendo all’indagine un valore statistico più accurato, garantendo al contempo la privacy dei campioni.

Le sorprese non finiscono qui. L’aspetto più straordinario è la possibilità di rimuovere completamente il rumore casuale (random noise), poiché il processo di randomized response prende il valore statistico reale mediandolo con il lancio della moneta.

Esiste però un problema di fondo. Il random noise che accettiamo d’inserire non compromette l’accuratezza statistica solo in presenza di un elevato numero di campioni. In tutte le altre situazioni dobbiamo fare i conti con un trade-off.

Guadagniamo privacy ma perdiamo accuratezza.

Questo trend è valido all’interno dell’intero campo di Differential Privacy.

Noise – Accuracy Trade-off

Si configura dunque quello che potremmo rapidamente definire come noise-accuracy trade-off.

In altri termini il best-case scenario sarebbe avere le più accurate query sul database con più alto valore di privacy. Nel mondo reale l’utopia è lontana.

Le ricerche in Differential Privacy possono quindi raggrupparsi sotto due grandi temi:

  • goal 1: minimizing the amount of noise and maximizing the amount of privacy.
  • goal 2: Greatest fit with trust models in the actual world (don’t waste trust)

Il secondo punto è probabilmente quello che richiede un minimo di spiegazione aggiuntiva.

Abbiamo chiarito come aumentare la privacy comporti l’aggiunta di rumore e in presenza di campioni ridotti intacchi l’accuratezza statistica.

Tuttavia questo rumore non sempre è necessario: nei contesti in cui due persone si fidano tra loro l’aggiunta del random noise è superflua e dannosa.

D’altro canto, se ci dimenticassimo di aggiungere rumore sui dati condivisi tra due persone che non si fidano (database curator e data subject) metteremmo uno dei due più a rischio.

Occorre quindi studiare le situazioni e capire dove effettivamente sia necessario introdurre misure di tutela della privacy e dove invece queste siano irrilevanti.

Il nostro interesse è minimizzare il noise-accuracy tradeoff. Un modo? Quello di usare flexible differential privacy strategies.

Un caldo abbraccio, Andrea.

Taggeddeep learningprivacyteoria


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